Come sempre il problema non è quanta moneta viene emessa dalla BCE ma quanta moneta verrà immessa dalle banche (attraverso le quali passa il QE-3- di Draghi) nell’economia reale. E’ infatti l’economia reale che fa la differenza ed è quella che si dovrebbe tenere presente quando si fanno operazioni di politica economica che non può esaurirsi semplicemente in stimoli monetari.
Queste continue emissioni di denaro servono, o dovrebbero servire, per far capire l’inutilità delle stesse laddove il sistema è dominato da interessi lontani dalle sorti dei cittadini e sono anche utili per sfatare i miti che quotidianamente vengono ripetuti da giornalisti e falsi conoscitori delle dinamiche economiche, ovvero che la semplice stampa di moneta non produce inflazione quando viene eliminata la correlazione naturale tra Stati e Banche Centrali e tra queste e la vita reale.
Nella nostra realtà questo tipo di stimolo monetario fa svalutare la moneta e migliorare i conti della bilancia dei pagamenti (rapporto export/import) che può servire finché in altri Paesi ci saranno abbastanza soldi per comprare i tuoi prodotti. Ma per continuare ad essere competitivo senza aumentare la domanda interna, vero segnale di ripresa, dovrai peggiorare le condizioni dei tuoi lavoratori.
Quando si dice che i mercati e le borse stanno andando meglio o andranno meglio dopo le decisione della BCE non vuol dire che aumenteranno i posti di lavoro, i servizi ai cittadini o altra vita reale. Vuol dire solo che i mercati e le borse andranno meglio, punto!
Se i conti nazionali sono migliorati o non sono peggiorati o peggiorano a ritmi più lenti è solo perché il rapporto euro-dollaro ha raggiunto quasi la parità (qualche tempo fa era a 1,50 $ per 1 €), c’è stata una svalutazione dell’euro e le materie prime ci costano di meno. Il petrolio è diminuito e il barile costa meno (quindi perché da 150 dollari al barile è arrivato a 32? Non stavano finendo le scorte, la Cina comprava troppo e bla bla bla?). Perché le reali dinamiche non le conosciamo, non ci vengono dette e continuiamo a ragionare sugli effetti e mai sulle cause.
Lo stimolo monetario dovrebbe essere diretto (direttamente) all’occupazione, alla spesa, all’aumento della produzione (di beni reali e servizi). Non servono le riforme strutturali per migliorare le cose ma avere a cuore il benessere di tutti. L’unica riforma strutturale sarebbe quella che non ci faranno mai avere, il controllo della moneta e della politica economica.
Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".
"Tassare gli extraprofitti... allora bisognerebbe intervenire anche in caso di extraperdite", eh beh giusto ... e quando mai gli stati sono intervenuti per salvare le banche e addebitare i salvataggi ai cittadini?
“Dal punto di vista economico, l’Europa è ancora fra i grandi protagonisti del mondo, ma non abbiamo un ruolo internazionale a causa della nostra disunione.”
Cosa è successo: la soglia del 3% era una bufala, quando si vuole si può spendere, agendo sempre da buon padre di famiglia, comportamento che diventa buono per tutte le stagioni, a seconda di cosa ci devono vendere.
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