Perchè la trasformazione di una banca popolare in SPA ci dovrebbe rallegrare? Esprimono soddisfazione il ministero dell’economia (Padoan e Renzi?), il FMI, la BCE e persino fondi di investimento come BlackRock.
Ecco, quando questi elementi esprimono soddisfazione e forse proprio per questo dovremmo chiederci se il fatto che a loro convenga, sia di riflesso conveniente anche per noi.
Come mai quando si fondono grandi gruppi o si trasformano Enti in SPA la prima conseguenza sono generalmente tagli al personale e diminuzione di diritti dei lavoratori.
Forse perché il “troppo grande” non è la dimensione giusta, spersonalizza le responsabilità, annulla i rapporti con la gente vera e l’economia reale. Allarga la forbice tra gli interessi della finanza e chi vive di sopravvivenza.
Se la finanza e i banchieri, i fondi di investimento e i grandi interessi, hanno bisogno di grandi banche spersonalizzate, forse vuol dire che noi abbiamo bisogno di piccole banche, legate al territorio, che affrontino i problemi locali e ne aiutino lo sviluppo. Raccolgano risparmi e li trasformino in credito alle aziende, piccole e medie, perché investano sul territorio e creino sviluppo.
Una SPA, grande, enorme non avrà interesse reale a un tale sviluppo. Vorrà far fruttare molto e subito i soldi che avrà a disposizione e potrà farlo grazie alle leggi che hanno deregolamentato, reso possibile che ogni conto corrente possa essere trasformato in investimento sui mercati finanziari, che i capitali potessero viaggiare alla velocità della luce tra i continenti senza controlli, che le aziende potessero trasferirsi dove il costo del lavoro incidesse di meno ma sfrutti di più.
Forse non dovremmo applaudire alla scomparsa delle “popolari”.
Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".
Un esempio di condizionalità politica potrebbe essere rappresentata … dal governo Draghi che grazie ad una manovra a dir poco inimmaginabile solo poco tempo fa, ad opera di uno sparuto gruppo parlamentare, diventa il gestore del Recovery italiano. Nientemeno una troika anticipata
gli investitori chiedono i nostri titoli e sono disposti ormai a comprarli anche a tasso negativo. Infatti le richieste, da febbraio circa, eccedono l’offerta di almeno 200 miliardi. Non ci sono dunque problemi di finanziamento né di credibilità sui mercati. La vera speculazione sta nel fatto di far credere il contrario, ed è proprio quando si diffondono queste paure che lo spread si allarga e quindi gli interessi aumentano. Paure giustificate dal fatto che quando non si può far leva sui poteri di intervento delle banche centrali, si rimane in balia degli umori del mercato.
Si era passati cioè al predominio della finanza e quindi di quella tecnocrazia in grado di regolare i mercati secondo gli interessi di una piccola parte di società a scapito della maggioranza della popolazione mondiale e quindi, per Tremonti, sarebbe stato importante passare dal Free Trade al Fair Trade, cioè da un mercato falsamente libero ad un mercato in cui si teneva conto delle esigenze degli Stati e quindi delle persone.
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