LETTURA GIORNALI – PATTO TRA GENERAZIONI

Pubblicato da Claudio Pisapia il

Ansa di oggi 22/03/2017

I giovani diventano autonomi a quasi quarant’anni

Studio fondazione Visentini: le tasse favoriscano le nuove generazioni, paghino i più anziani

(trattasi di famiglia… competono per finta!)

In grande e in titolo (sopra in grassetto) viene rappresentata la realtà, quindi quello che sta succedendo in Italia, cioè che i giovani non riescono a rendersi autonomi e a lasciare le famiglie di origine.

Questo, si dovrebbe sapere, e soprattutto da parte di chi fa (o dovrebbe fare) informazione, è causato dalla mancanza di offerta di lavoro, alta disoccupazione, e dal fatto che molte volte il lavoro che si trova non da la possibilità di emanciparsi, costruirsi una vita, causa anche bassi salari e magari ridotta aspettativa di riuscire a tenersi persino quello.

Cioè è semplice: i giovani faticano a rendersi autonomi perché non c’è lavoro o perché quando lo trovano è pagato troppo poco. In un mondo normale questa sarebbe la notizia, l’informazione.

Non si racconta di come risolvere il problema ne del perché si sta verificando tutto questo, non si parla di come bisognerebbe tutelare di più il lavoro, pagarlo meglio e dare più garanzie, di cosa sta comportando l’austerità imposta e di chi realmente l’ha causata, dell’inefficacia delle politiche del lavoro e dell’assenza dello Stato nonché dell’attenzione spasmodica dell’Europa alle politiche di bilancio e delle partite correnti piuttosto che ai problemi delle persone. Politiche che stanno mettendo in ginocchio non solo i giovani italiani ma anche spagnoli, greci e portoghesi e pian piano altri si aggregheranno.

Tutto questo viene omesso perché  si vuole portare il lettore da un’altra parte.

Niente di tutto questo, la colpa è definita sempre dall’Europa ed è attribuita ad una categoria di altri esseri umani ma sempre nell’insieme (quello che serve a tenere da una parte i pomodori e dall’altra gli armadi) cittadino. Quindi, quelli più anziani, colpevoli di avere un lavoro con un contratto migliore perché risalente a quando era ancora lecita un po di umanità, esisteva un sindacato e anche politici che oltre che a prendere tanto per se riuscivano ancora a lasciare qualche briciola agli altri, e che inoltre (cosa terribile) questi anzianacci hanno ancora anche un’aspettativa di pensione decente.

E tutto questo appare agli occhi dell’Europa una colpa gravissima e quindi il messaggio che deve passare è che bisogna tassare i più anziani, tassarli di più di quello che adesso sono tassati.

Il popolo deve essere disunito, convincersi che se vive male è colpa sua oppure di qualcuno a lui vicino ma che è sempre al suo livello. 

Ma se i giovani di oggi non lavorano che tipo di tasse pagano? una mente normale dovrebbe sapere che le tasse le paga chi ha un lavoro, chi ha una casa, chi ha un’attività produttiva. Sembra logico, ma non per tutti… quelli più anziani, che magari arrivano già al 60% di tassazione, ebbene questi devono pagare di più.

Ricordate l’art. 18? “alcuni lavoratori ce l’hanno mentre altri no!” la soluzione renziana? toglierlo a tutti (ma non sarebbe stato meglio darlo a tutti, invece? ah già… l’equità va sempre al ribasso)

Quindi, ritornando all’inizio, invece di pensare a come tassare di più perché non ci si preoccupa sul serio di come impiegare di più? la tassazione, è scientifico, contrae la domanda e quindi peggiora le condizioni per aumentare l’occupazione.

E poi le condizioni per aumentare l’occupazione non le inventa il mercato che si autoregola solo per gli interessi di banche e finanza, ma lo Stato la cui esistenza si giustifica solo con il perseguimento dell’interesse e del benessere generale. Se non lo fa, a che serve?

Dividere sempre di più, nell’Europa che si dice unisca, dividere anche i figli dai padri, dopo che dopo secoli di certezza anche la madre diventa incerta e con rinnovata giustizia viene meno il detto “mater semper certa est pater numquam”.

Benvenuto futuro, mai così incerto anche tu!

Questo è il messaggio dell’Ansa che sarà ripreso dai giornali e telegiornali ma che ad essere onesti basterebbe per mandare a quel paese giornalisti, politici e unificatori sparsi “dell’Europa dei popoli”.


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

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