IL CREDITO: A CHI AFFIDARLO? MEGLIO ALLE BANCHE O ALLO STATO E CITTADINI?

Pubblicato da Claudio Pisapia il

Uno dei grossi problemi del sistema di credito affidato alle banche è che queste lavorano seguendo dei cicli economici, in funzione ciclica, cioè prestano quando l’economia va bene e stringono la borsa quando l’economia va male.

Un esempio lo possiamo vedere seguendo quello che è successo prima e dopo la crisi del 2008 con la caduta della Lehman Brothers. Nel periodo in cui l’economia sembrava andare bene, i prezzi delle case erano stabili o crescevano, tutte le previsioni erano al rialzo (ovviamente percezioni pilotate dalle agenzie di rating e istituti finanziari) le banche concedevano prestiti a più non posso. Negli Stati Uniti addirittura c’erano casi di chi aveva contratto anche due o tre mutui contemporaneamente e casi di persone che venivano avvicinate direttamente dagli operatori del credito prima ancora che vagliassero la possibilità di andare in banca a chiedere un prestito.

Quindi le banche seguivano il ciclo positivo ed erogavano più prestiti possibile, a basso costo e senza controlli.

Tutto questo porta a un crollo perché si va talmente su, si generarono derivati, soldi facili e non coperti da nessuna attività che diventa naturale aspettarselo. Quando il crollo finalmente avviene le banche si ritirano sempre in funzione ciclica, seguendo cioè le aspettative dell’economia.

Dopo una crisi, infatti, segue un periodo in cui molte persone vengono licenziate, la disoccupazione aumenta, i prezzi delle case crollano, molte merci rimangono invendute e le aspettative per il futuro sono nere.

Le banche quindi seguono in maniera esatta le curve dell’economia, erogano prestiti nel momento in cui le cose vanno bene e smettono di farlo quando cominciano ad andare male. Non pensano a come migliorare le cose, non fa parte del loro DNA e non gli spetta, volendo essere onesti. Sono istituzioni private che lavorano nell’interesse dei loro azionisti che in questo modo fanno utili, quindi tutto bene.

Da un punto di vista del cittadino, però, le cose non vanno gran ché bene perché si vedono arrivare soldi magari in eccesso che li metterà in difficoltà se non sono dei bravi amministratori e dei buoni speculatori e non riescono ad arrivare al credito quando ce ne sarebbe proprio bisogno, quando manca il lavoro, quando l’azienda arranca o deve fare investimenti per rimanere nel mercato e non licenziare.

Da un punto di vista del cittadino le banche dovrebbero operare in funzione anticiclica. Cioè limitare il credito prima di arrivare alla curva di massima espansione cioè al punto in cui poi le cose precipitano (la Lehman Brothers fallisce perché la gente non riesce più a ripagare i debiti) e l’economia si avvia verso la recessione. E invece erogare il credito per stimolare l’economia quando si avvia verso un periodo di recessione.

Ma questo non è possibile, semplicemente perché le banche non hanno questo compito nella società attuale e soprattutto perché sono lasciate operare senza controlli. Non vorrei andare troppo lontano e ricordare la funzione di direzione del credito operata dalla BOJ (Banca del Giappone) dal dopoguerra che ha portato all’incredibile sviluppo dell’economia giapponese, ma forse chi dice che un evento del genere ci farebbe tornare indietro di secoli una qualche occhiata farebbe bene a darla.

Il punto è che se le banche non operano in funzione anticiclica e a sostegno dell’economia nei momenti del bisogno, dato che le banche hanno l’immenso potere di creare la moneta di maggior utilizzo nel nostro sistema (il credito), dovrebbe farlo qualcun altro. Logica vorrebbe che lo facesse lo Stato attraverso una Banca Centrale (e ritorna il Giappone e la BOJ ma per certi aspetti anche gli USA e la FED – quindi non stiamo parlando della Corea del Nord, per intenderci), lo Stato che operasse in due possibili modi:

  • o imponendo alle banche di erogare il credito necessario al momento giusto e restringendolo al momento sbagliato
  • oppure intervenendo direttamente attraverso aumento o restringimento del deficit al bisogno.

Cosa succede oggi in soldoni?

La BCE, banca centrale di nessuno Stato, cerca di stimolare le banche ad erogare credito con il QE, LTRO, TLTRO e tassi zero. Cioè dà soldi a valanga alle banche ma non controlla che cosa le banche ne facciano e il risultato è il seguente:

Cioè succede che il credito alle attività non finanziare in Italia è fermo al 2008 e quindi questo sistema non funziona. Succede che il credito va controllato perché le banche sono state dotate di un potere enorme e non si può anche lasciarle decidere se un sistema economico debba vivere o morire. Non stiamo parlando di un singolo mutuo o di un singolo prestito ma di un aggregato che comprende una intera Nazione perché di questo si tratta, di come debba funzionare l’intero sistema e non un singolo caso.

Per fare un esempio pratico, una frase di questo tipo (in risposta a una domanda su chi deve fare/controllare/emettere credito): “… l’idea di affidare allo Stato (e/o ai cittadini) la decisione di determinare la quantità di moneta in circolazione ci riporterebbe indietro di vari decenni, riproponendo fattori di crisi, che, per fortuna, siamo riusciti a superare…” viene da se non avere senso.

Mi sembra chiaro il contrasto tra questa frase e tutto l’impianto di questo articolo, ma quanto è importante questo argomento se ad esempio venisse pronunciato da un amministratore pubblico?

A me sembra davvero tanto. Incredibilmente vitale per la nostra economia, un possibile impianto di modello di sviluppo, la scelta della filosofia alla base della teoria economica che deve essere considerata degna di dirigere le nostre vite.

Talmente importante che non si può esaurire in un articolo che del resto ha la sola pretesa di stimolare l’approfondimento (come sempre!).


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

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