L’INCONSISTENZA DELLA CRESCITA DEL PIL

Pubblicato da Claudio Pisapia il

La previsione del PIL in aumento ci autorizza ad essere fiduciosi? a pensare che le cose stiano davvero migliorando, che possiamo archiviare le paure e tutte le analisi che abbiamo fatto noi catastrofisti dell’euro fino ad adesso?

Non credo proprio, in questi lunghi anni di crisi e visti gli alti tassi di disoccupazione che ancora permangono in tutta l’eurozona, anche quelli che l’euro l’avevano costruito si sono espressi e hanno candidamente affermato che siamo in un esperimento sbagliato.

L’eurozona costruita in questo modo, senza difese da eventuali crisi e in balia dei mercati non può durare o meglio, può durare solo tra una crisi e l’altra, fino a quando tutte le ricchezze dei Paesi saranno immolate alle ragioni del capitale, dei mercati e della finanza. E se qualcosa di buono stesse per accadere lo si comprenderebbe non attraverso il PIL in risalita ma osservando una migliore distribuzione dei redditi e delle ricchezze, leggi che controllino banche e finanza, l’aumento delle pensioni minime, la pulizia delle strade, la ricostruzione dei centri terremotati e l’aumento dei posti letto in ospedale.

Che il sistema attuale di una moneta senza stato non possa funzionare lo dicono anche coloro che l’hanno architettata come ad esempio Giuliano Amato qui. Monti in maniera più criptica e da interpretare quando, ad esempio, ha affermato che il suo governo stava distruggendo la domanda interna per impedire che la bilancia dei pagamenti peggiorasse, cioè affermò che il Paese si doveva votare alle esportazioni anche sacrificando il benessere interno. E anche Draghi che l’euro ci ha reso più poveri, e poi l’onnipresente D’Alema, che la costruzione dell’Europa è a favore della Germania e delle sue banche e persino Renzi ha ammesso che così com’è l’Europa non va bene ma Renzi, lo conosciamo ormai, direbbe qualsiasi cosa per il suo tornaconto e quindi ammetto che non può avere credibilità!

Padoan e Gentiloni a modo loro dicono che c’è bisogno di crescita e che per crescere bisogna spendere ma allo stesso tempo ci chiedono sacrifici e non mancano di chiedere l’autorizzazione alla Germania e alla Francia anche per fare la pipì. Il PIL è aumentato in Spagna perché non ha rispettato i parametri europei sulla spesa a deficit, ma la disoccupazione è comunque sempre superiore a quella dell’Italia, quindi?

Qualche Ministro sporadicamente vorrebbe bloccare gli effetti della riforma Fornero perché capisce che se lo Stato non spende si crea soltanto ulteriore povertà. Ma nell’eurozona non si può spendere, gli equilibri contabili vengono prima di ogni cosa e quindi i Ministri capiscono che così non può funzionare ma tengono di più alla loro poltrona.

Sono previsioni inutili quelle del PIL, che forse daranno respiro ai contabili e si permetterà qualche spesa in più, qualche piccola boccata d’ossigeno. Ma nulla cambia, perché il mondo è stato inondato dai quantitative easing delle banche centrali, cioè carta straccia data ai mercati finanziari che prima o poi presenterà il conto con un’altra grande crisi. E di crisi in crisi andremo a stare sempre peggio, meno lavoro, meno diritti, meno pensioni, meno benessere generalizzato.

Aumenteranno i poveri e aumenteranno le ricchezze dei ricchi perché non si sta facendo niente per mettere delle regole, per cambiare il percorso altalenante dell’economia liberista. Poche persone comprano o vendono BTP e BUND e debito pubblico e a seconda di quanto e se comprano, i destini degli Stati sono segnati. Poche persone schiacciano tasti e schiacciano contemporaneamente intere classi sociali e lo stesso fanno le Banche Centrali sempre più distanti dall’economia reale, dagli Stati, dai bisogni dei cittadini e al servizio invece della finanza.

No, la paventata crescita del PIL che Bob Kennedy diceva misurare tutto tranne la felicità degli uomini, non ci dice nulla di buono tranne che per i politici del momento che, appoggiati da TV e giornali, potranno dire che l’austerità sta funzionando e quindi continuare con i loro piani malvagi di distruzione del tessuto sociale ed economico del Paese. Far finta di dare qualche contentino e ottenere per loro più privilegi possibili fino alla prossima crisi, che poi pagheremo sempre noi.

Continuiamo nel frattempo ad ascoltare Tito Boeri farci la lezioncina sul bisogno di alzare i limiti pensionistici, di stare attenti a che le pensioni siano corrispondenti ai versamenti effettuati oppure mentre criminalizza gli statali che hanno mediamente 11 giorni di malattia all’anno contro i 5 delle aziende private. Pronti a farci mettere gli uni contro gli altri per distrarci dal fatto che ci stanno in realtà togliendo sempre più diritti invece di estenderli. Lui invece non dovrebbe guadagnare più di 240.000 euro l’anno, cioè più di quanto guadagna il Presidente della Repubblica secondo le ultime disposizioni in materia di manager pubblici, ma non pubblicizza il suo cedolino, e chissà a quanto ammonta. Cioè uno che guadagna 1.000 euro al giorno (dipendente pubblico) si preoccupa del fatto che altri dipendenti pubblici debbano essere meno tutelati quando sono in malattia e noi stiamo pure ad ascoltarlo!!!


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

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