L’infografica sopra mostra che l’Italia fa parte di un club molto ristretto, quello dei Paesi con una ricchezza privata molto alta e, insieme agli altri nove, detiene il 73,5% della ricchezza mondiale. Non male!
Di certo verrebbe da chiedere come mai ci terrorizzano così tanto con lo spauracchio del default o dell’inefficienza italica, con chi siamo in competizione: con qualche sconosciuto pianeta nella galassia di Goldrake?
Da tener presente che qui si parla di ricchezza mobile (finanziaria), quindi senza immobili e attività reali perché altrimenti arriveremmo a oltre gli 8.000 miliardi e lì magari sarebbe da rifare la classifica.
Un altro aspetto della figura è che viene mostrata la perdita in tali attività rispetto al 2007. Un gap di -19% accomunati alla Francia che mostra una perdita del -11%. Inoltre, nella proiezione a 10 anni anni, e quindi nel 2027, si prevede che alcuni di questi dieci Paesi guadagnino posizioni e benessere finanziario, mentre altri rimarranno al palo e anche in questo, purtroppo, c’è l’Italia che mostra ben poca propensione alla crescita.
Ma, in realtà, tutti i Paesi europei presenti in questa infografica dimostrano una scarsa propensione alla crescita rispetto agli altri. Sarà colpa della moneta unica e delle regole senza senso di questa Unione Europea?
La perdita in attività finanziaria è certificata anche dalle statistiche della Banca d’Italia che dopo una costante crescita dal 1995 vede invece un’altrettanto costante perdita dal 2007.
In conclusione, non siamo messi male. Possiamo garantire tranquillamente e senza patemi il debito pubblico, visto il suo rapporto con la ricchezza del Paese, ma quello che non possiamo tollerare è la pochezza della politica e della classe dirigente che sta dilapidando anni di sacrifici e di ingegno certificati da risultati ottenuti nonostante la loro insipienza.
Questi dati sembrano essere, in fondo, proprio la certificazione che le politiche attuate da quella data hanno fatto solo danni, costringendo gli italiani ad impegnare i loro soldi e risparmiare di meno per far fronte alla crisi. L’economia, grazie all’ossessione europea dell’austerità e dei vincoli di bilancio che ha trovato nella politica italiana (e nei tecnici portati al governo) dei supporter di primissimo piano, si è contratta con conseguenze tanto negative che ci accompagneranno anche nel futuro prossimo.
Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".
Nella quota residenti, la Banca d'Italia ne detiene 670.210 milioni, da notare che nel 2019 ne deteneva 405.514 milioni, un aumento quindi di circa 265 miliardi in due anni. In pratica sembra aver assorbito l'aumento della spesa in deficit effettuata a causa della pandemia.
Forse perché questo tipo di finanza può rendere ricchi un po' di persone ma non può cambiare le sorti del mondo che viaggia con mezzi e strade diverse. La capitalizzazione non è benessere reale se non per pochi, per chi gestisce quel capitale, le persone che a vario titolo ci lavorano e per chi sa comprare e, soprattutto, vendere azioni al momento giusto per trasformarle in moneta corrente.
nella pubblicazione "Finanza pubblica: fabbisogno e debito" del 15 marzo 2021 mostra che al 31 dicembre 2020 il debito delle amministrazioni pubbliche ammonta complessivamente a 2.569 miliardi e 400 milioni di euro ed è ripartito per detentori come
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1 commento
Munera · 14 Novembre 2018 alle 15:45
Ciao! Complimenti per il blog. Condivido il tuo punto di vista in pieno,
grazie per questo post.