QUANDO ANCHE LA BCE CRITICA (COSTRUTTIVAMENTE) IL SISTEMA. E GLI ITALIANI?
In Italia abbiamo talmente paura di un’uscita dall’euro da non accettare Ministri dell’Economia timidamente critici sul tema. Tanta paura INSTILLATA dalla cattiva e deviante informazione della TV e dei giornalisti controllati dall’ignoranza o dalle élite finanziarie e bancarie che non ci permette di iniziare un dibattito serio sul tema.
E’ diventato un percorso ad ostacoli tra luoghi comuni, confusioni tra Stato e bottega del salumiere, tra risparmio privato e spesa dello Stato che parlare di gestione della politica monetaria, del ruolo delle banche centrali e delle banche pubbliche in generale, è diventato praticamente impossibile.
Un tabù di stampo medievale alimentato purtroppo dal PD che continua strenuamente a difendere le sue posizioni anche di fronte all’evidenza e al suo stesso declino.
E l’evidenza ci dice che il dibattito ferve in tutto il mondo, compresa la Germania, e soprattutto la critica parte anche dagli organi diretti interessati, come ad esempio la BCE.
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Il report comincia così:
“When monetary and fiscal policy are conducted as in the euro area, self-fulfilling expectations of economic agents can lead to undesirable fluctuations in output, inflation and government bond spreads. An alternative policy arrangement would enable more effective macroeconomic stabilisation.”
che tradotto viene:
“Quando la politica monetaria e quella fiscale sono condotte come nell’area dell’euro, le aspettative che si autoalimentano degli agenti economici possono portare a fluttuazioni indesiderate della produzione, dell’inflazione e degli spread dei titoli di Stato. Un accordo politico alternativo consentirebbe una stabilizzazione macroeconomica più efficace.”
cioè:
nell’area euro non vi è un controllo pubblico della politica monetaria ma sono i mercati che la gestiscono per cui a guidare il tutto sono “le aspettattive … degli agenti economici”
e come finisce? così:
In an economy with its own fiat currency, the monetary authority and the fiscal authority can ensure that public debt denominated in the national fiat currency is non-defaultable, i.e. maturing government bonds are convertible into currency at par. With this arrangement in place, fiscal policy can focus on business cycle stabilisation when monetary policy hits the lower bound constraint. However, the fiscal authorities of the euro area countries have given up the ability to issue non-defaultable debt. As a consequence, effective macroeconomic stabilisation has been difficult to achieve. Coordinating the fiscal policy of the individual countries around a common euro area, non-defaultable debt instrument would improve business cycle outcomes. Corsetti et al. (2016) describe this proposal in greater detail and discuss possible challenges, including the risk of a restructuring of national public debt.
che tradotto viene:
In un’economia con una propria moneta legale, l’autorità monetaria e l’autorità fiscale possono garantire che il debito pubblico denominato nella moneta a corso legale non sia soggetto a default, cioè che i titoli di stato giunti a maturazioni possano essere convertiti in valuta. (… omissis …)
“Tuttavia, le autorità fiscali dei paesi dell’area dell’euro hanno rinunciato alla possibilità di emettere debito non soggetto a default. Di conseguenza, una stabilizzazione macroeconomica efficace è diventato un obiettivo difficile da raggiungere. Coordinando la politica fiscale dei singoli paesi intorno a un’area comune dell’euro, e rendendo lo strumento di debito non soggetto a default migliorerebbe i risultati del ciclo economico. Corsetti et al. (2016) descrivono questa proposta in modo più dettagliato e discutono le possibili sfide, incluso il rischio di una ristrutturazione del debito pubblico nazionale.”
cioè:
anche la BCE sa perfettamente che non avere una moneta di proprietà degli stati e un controllo sul debito peggiora il ciclo economico e questo perché si rendono vulnerabili gli Stati.
1 commento
Luca · 1 Giugno 2018 alle 9:24
Brutta bestia l’ottusità, il voler rimanere ancorati ad ideali senza avere uno sguardo oggettivo delle problematiche esistenti, ed in più abusando di presunzioni e di essere gli unici possessori delle chiavi della verità.
Incrocio personalmente le dita, e spero che anche solo in minima parte, si riesca a dimostrare che “cambiare (se si vuole) si può!”