IO TI VOTO SE … INVITO AD ADERIRE
Comunicato del Gruppo Economia di Ferrara
E’ possibile aderire all’iniziativa “Io ti voto se” direttamente dal sito noisappiamo qui
L’iniziativa si propone di valorizzare il nostro voto attraverso richieste specifiche ai candidati alle prossime elezioni. Vogliamo spazi adeguati di democrazia per ridiscutere di un nuovo modello di sviluppo che tenga conto dell’essere umano e sappia controllare gli istinti dell’economia e della finanza.
Stiamo chiedendo a tutti i candidati un incontro e, compatibilmente con le nostre forze, riusciremo a completare gli invii nei prossimi giorni. Nel frattempo quei candidati che fossero già informati della nostra iniziativa e volessero anticipare i tempi possono contattarci direttamente dai social ufficiali del Gruppo Economia (G.Eco.Fe.).
Di seguito una parte dei motivi a base dell’iniziativa
MANIFESTO POLITICO
Alle persone, ai cittadini e ai popoli, che credono nella convivenza pacifica tra gli stati del mondo ed europei, alla solidarietà, alla comunanza e alla condivisione. A tutti quelli che credono che la filosofia, la politica e la vita e quindi l’UOMO vengano prima dell’economia.
La campagna per le europee è già iniziata.
Chi vede i propri posti di potere e i propri privilegi in pericolo si sta già muovendo. Il tentativo è quello, da una parte, di screditare gli economisti internazionali e i dati ufficiali che mostrano la sconfitta della politica nell’Unione Europea e, dall’altra, di nascondere l’evidenza che questo sistema economico e finanziario porta ricchezza e potere solo a pochi.
Il sogno
L’idea di una convivenza pacifica tra le nazioni dell’Europa e del mondo è stato un grande ed inestimabile desiderio nato dalla volontà di dare un taglio netto al liberismo economico (ordoliberismo) e alle conseguenti tensioni tra stati che avevano e stanno tutt’ora portando a guerre e alla distruzione delle società democratiche. La volontà era quella di attuare i principi Costituzionali, ovvero pieni diritti sociali per tutti tramite il lavoro di tutti i cittadini e quindi la scomparsa di concentrazioni di potere e conseguente distribuzione delle ricchezze con lo sguardo e l’attenzione ai più deboli.
L’obiettivo era, come lo è per noi adesso, lavorare per una società che cresce per tutti con il contributo di tutti senza lasciare indietro nessuno e in armonia con la natura.
Dopo l’ultima grande guerra i popoli avevano ricostruito ogni nazione dell’Europa rincorrendo il sogno della pace, del progresso sociale attraverso il lavoro dignitoso. E mentre i vari paesi dell’Europa e l’Italia crescevano in tutti i campi, qualcuno ha rubato quel sogno e l’ha trasformato in un incubo.
Ed allora, per non ritornare indietro, per non “ritornare ad un futuro” dove pochi si appropriano delle chiavi del benessere bisogna impegnarsi, difendere l’idea di democrazia e dei popoli liberi dai burocrati e dal potere di alcuni gruppi finanziari sprezzanti delle Costituzioni.
Possiamo diventare un esempio virtuoso per il mondo intero, dove la crescita sociale e umana non si conquista con i surplus delle partite correnti ma con la condivisione, la cooperazione, i diritti estesi a tutti e il lavoro, un lavoro libero.
Vogliamo ammainare la bandiera di questa Unione Europea guidata da tecnocrati che ha distrutto il sogno di un benessere che poteva essere esteso a tutti. Dietro questa bandiera sono stati distrutti i sogni e le vite di milioni di cittadini di ogni stato europeo che oggi sono in competizione forzata per poi cedere la proprietà del frutto del proprio lavoro a pochi apolidi.
Cosa è successo
La ricetta culturale ed economica è imposta da anni come la unica esistente. E’ sempre la stessa, nonostante (o proprio perché) funziona solo per l’1% della popolazione, ovvero: 1) lo Stato non deve intervenire a difesa degli interessi dei cittadini, 2) lo Stato non deve essere espressione del Parlamento ma delle leggi di pochi attori del mercato e 3) lo Stato deve essere privato della capacità di spesa, del potere monetario e non deve decidere la propria politica economica attraverso la superstizione del debito pubblico e dell’inflazione e della mancata proprietà della moneta.
Per il 99% della popolazione, invece, questa ricetta vuol dire salari bassi, pensioni da fame, lavoro precario, riduzione dei diritti e meno servizi pubblici. Vivere insomma in una crisi economica e culturale perenne. Questo perché vengano accettate continue “riforme strutturali” e privatizzazioni dissennate in nome di una crescita per tutti che non arriva mai ma che porta invece alla cessione di potere tramite arricchimento di un gruppo ristretto di uomini.
La ricetta dell’Unione Europea è un oscurantismo culturale in cui la teoria economica prevalente rappresenta la luce e la verità e tutto il resto buio e menzogna.
Noi chiediamo il ritorno di un’economia al servizio della persona, di ogni persona. Noi vogliamo esserci come popolo e vogliamo essere sovrani della nostra Repubblica. Perché una minoranza non può governare centinaia di milioni di persone solo con il metodo della paura, delle crisi economiche e la negazione dell’alternativa, da sempre luce della democrazia fisica ed intellettuale.
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