LA MONETA. TRA STRUMENTO E BUON SENSO

Pubblicato da Claudio Pisapia il

C’è un filo sottile che divide la relazione tra il mezzo di scambio, la moneta, e l’economia reale. In realtà sto mentendo spudoratamente, non si tratta di un filo sottile ma di un solco enorme e proprio come nelle trincee della prima guerra mondiale, in mezzo ci sono esseri umani che vivono e che muoiono, che soffrono ma vanno avanti, che vorrebbero essere altrove e in posizione migliore ma c’è il filo spinato e non sempre riescono a farlo.

E’ sottile, dunque, da un punto di vista teorico, dottrinale o intellettuale ma è profondo e largo nella realtà, seppure ben celata e oramai difficile da vedere. Perché la tempesta perfetta di informazioni su quanto sia bello un sistema che permette la disuguaglianza come mezzo alla portata di tutti per differenziarsi dalla massa soltanto con la volontà e l’impegno, è stata nel tempo così ben costruita che è riuscita a nascondere la truffa.

La ricchezza reale è quella che ci permette di mangiare, vestirci, mattoni per costruire le case (e gli ospedali), competenze che permettono di curarci (medici e ricercatori), scuole che permettono di investire in futuro (istruzione), una donna che allatta un bambino e un bambino che cresce sano in una società che prima lo aiuta e poi si aspetta il suo contributo. Beni e servizi, per sintetizzare.

Poi ci sono gli “strumenti”, quelli per misurare le distanze, per pesare, per capire quanto fa freddo o caldo, ma che servono anche per capire quanto è grande un appartamento per dargli un valore, quanto pesa la frutta per attribuirle un prezzo che sarà lo stesso che attribuirà un credito al proprietario delle mele che potrà essere vantato nei confronti del resto della società. La moneta è quello strumento a cui l’intelligenza umana ha attribuito il compito di misurare il corrispettivo della grandezza dell’appartamento e della quantità di mele di cui sopra, in termini di credito nei confronti di tutti gli altri partecipanti al gioco.

Immaginate il classico monopoly, qualcuno distribuisce  i soldi all’inizio e i giocatori comprano e vendono utilizzandoli. Per non far finire il gioco troppo presto, la cassa distribuisce altri soldi ad ogni passaggio dallo start. Il mezzo (strumento) per far continuare il gioco è il denaro, chi li finisce non ha modo di continuare e viene estromesso. Non può più scambiare. Nella vita reale, non potrebbe più comprare beni o servizi e morirebbe.

Ma durante il gioco il denaro è lo strumento per misurare ciò che si vuole comprare e ciò che potenzialmente potrei comprare. Quindi se non compro subito ma trattengo una parte dei guadagni già in mio possesso, so cosa potrei comprare al giro successivo. So quindi quanto la società mi deve come corrispettivo ai soldi che ho da parte.

Ma se io sono talmente bravo da trattenere tanti soldi, magari tutti quelli che sono in giro, allora gli scambi si fermerebbero comunque, sarebbe tutto mio e gli altri … problemi loro. Non potrebbero comprare da mangiare, venderebbero la casa e l’auto per pagare le tasse e … problemi loro, a meno che non intervenga da subito lo Stato con delle regole precise limitando l’accumulo e predisponendo piani di aiuto.

Comprendendo, anche, che l’economia è scambio e dura finché … si scambia.

La moneta, lo strumento, in questo caso è stato oggetto di accumulo (improprio per il buon senso e per chi pensa che siamo tutti fratelli, proprio per chi pensa che il mercato e la concorrenza sia il bene primario da tutelare) perchè oltre che essere mezzo di scambio e misura del valore, ha funzionato anche come riserva di valore.

Volteggiamo nell’aria: si è permesso, sempre più efficacemente, che la moneta fosse titolare di un suo mercato, quindi immaginate la borsa valori dove vengono scambiate le azioni della società X e Y, cioè avviene (almeno nella mente delle persone … in realtà anche lì vengono scambiati future e si specula sulle variazioni di prezzo, ma questa è un’altra storia) qualcosa di concreto, che ha a che fare con l’economia reale (mi tremano le mani mentre scrivo questa cosa, perdonatemi). Esiste poi anche il mercato dove si tratta il grano (e qui la gente muore davvero) o se gli stessi indici di borsa (scommesse allo stato brado), quindi si scommette su tutto e alla fine vince sempre il banco.

Ma esiste anche il mercato delle valute, e quindi se il dollaro varrà di più dell’euro ma meno dello yen, e in tutto questo marasma finanziario la moneta prende forza e valore in quanto tale. Cioè si comincia a guadagnare soldi dai soldi. Avere soldi può far guadagnare altri soldi, quindi i soldi rappresentano una riserva di valore (con i quali si comprano ricchezza reale ovviamente).

Questo compromette le altre due funzioni, limita quindi gli scambi e rende difficile nel tempo determinare la “misura” delle cose, il loro valore.

In molti casi questi problemi si risolvono utilizzando delle monete complementari, ma anche questa è un’altra storia (qualcosa sull’argomento trovate qui ma il discorso è ampio).

Ai giorni nostri, quelli del coronavirus, la prima cosa da fare sarebbe comprendere cosa sia veramente importante, che gli scambi continuino o che il gioco si fermi? non siamo al Monopoly day, la cassa deve intervenire perché in tempo di crisi l’illusione che tutti possiamo farcela torna ad essere … solo un’illusione (ma visibile da tutti, questa volta —- forse … chissà …).

Corona bond, eurobond, politica fiscale, i ccf di Marco Cattaneo o quello che vi pare. Serve liquidità, almeno per l’economia, per il resto … buon senso e capacità organizzativa.


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.