AL DI LA DEL GUADO

Pubblicato da Claudio Pisapia il

L’Europa del nord sembra decidersi ad aiutare l’Italia, in primis, e gli altri in difficoltà. Lo vuole fare, secondo le ultime dichiarazioni della von der Leyen, con uno strumento inedito: il SURE. Cioè un’emissione da parte della Commissione europea che avendo giudizi ottimi (rating alti) da parte delle agenzie che si occupano di dare giudizi ai debiti sovrani pur non avendone la legittimità, sarebbero ad interessi molto bassi.

Può considerarsi la strada giusta?

L’euro ha un limite (ma dai!!) rappresentato dal fatto che è una moneta senza stato e di conseguenza non c’è qualcuno che la giustifichi se non il mercato. Avendo tolto questa possibilità agli stati adesso siamo alla ricerca di qualcuno che possa sostituirli, qualcuno che possa garantire la moneta che dovrà essere emessa.

Di Eurobond se ne era parlato nel 2011 per dare una mano ai  “Piigs” (Portogallo, Irlanda,Italia, Grecia, Spagna) ma l’opposizione dei Paesi del nord e della cancelliera Merkel bastarono perché non se ne facesse nulla. Si trattava di mettere in comune qualcosa come il debito laddove non esisteva una garanzia comune all’euro e quando, tra l’altro, si attribuiva la colpa del crollo della fiducia nei debiti sovrani agli stessi stati che chiedevano un aiuto.

Fu evidente a quel punto quanto aveva avuto modo di dichiarare anche Giuliano Amato, si era creata una moneta  senza stato: “sapevamo che non poteva funzionare ma abbiamo preteso di farla comunque”. Si impedisce agli stati partecipanti di emettere moneta mentre nel contempo gli si permette di emettere debito pubblico. Debito che non si può monetizzare (non potendo “stampare”) e quindi non si può assicurare agli investitori che a scadenza si può rinnovare, che è l’unica cosa che a questi interessa (non la restituzione). Si è affidato, insomma, la tenuta degli stati al mercato che quindi giudica in base ai “suoi” criteri e quindi li si costringe alla concorrenza, a dover primeggiare (il più forte nel gioco sopravvive) e ai vincoli di bilancio. Gli Stati devono insomma travestirsi “da buone aziende”. E chi innova, produce, riduce i costi di produzione e vende al prezzo migliore vince.

Ma gli stati non nascono per questo, non spendono per essere produttivi, investono per il benessere dei cittadini non per aumentare la produttività (chi ci dovrebbe guadagnare se non lo stesso cittadino), non per creare denaro e surplus (lo stato investe anche in perdita oggi perchè domani si abbiano più medicinali e istruzione), spendono per le pensioni perché devono provvedere ai propri anziani (fa parte del patto costitutivo), assume se l’economia ristagna perchè tutti devono mangiare (di nuovo: fa parte del patto costitutivo). Insomma lo stato tutela il benessere dei cittadini non il guadagno di chi dirige la baracca. Lo Stato non è un’azienda e non può essere trattata e considerata come tale.

L’arma della memoria.

Quando ci fu la crisi di liquidità del 2011 e Draghi intervenne con la BCE a difesa dell’euro “stampando” moneta e seguendo l’esempio degli USA, della GB e del Giappone, si ebbe la prova che era possibile farlo, anche se il tutto fu fatto in modo che non si capisse. Dire alle persone che le loro sofferenze erano state causate semplicemente dalla volontà politica di non voler sostenere l’economia, equivaleva ad un suicidio. Però fu fatto e funzionò. Certo non seguì un’adeguata politica fiscale, cioè una spesa degli stati adeguata allo stimolo monetario della banca centrale, ma anche di questo gli economisti si stanno occupando negli ultimi due anni. Certo non tutti.

Fu fatto, si dimostrò che l’intervento della politica monetaria funzionava ed era possibile. Oggi quindi facciamo molta più fatica a seguire i tentennamenti dei paesi del nord che non hanno reali giustificazioni nelle loro opposizioni, troppo simili se non le stesse di quelle del 2011. Giustificazioni che oggi, avendo il ricordo e il supporto del passato prossimo, possiamo classificare solo per quelle che sono: egoismo e voglia di continuare ad essere i primi della classe nel gioco dell’affossare i paesi del sud.

Uno dei settori dell’economia più visibile e che traina maggiormente la crescita degli stati è quello automobilistico. Guardiamoci intorno, siamo inondati da BMW, Mercedes e Audi. Continuiamo a importare auto tedesche aumentando quel surplus della Germania diventato tanto famoso quanto fastidioso. Lo facciamo perché siamo nel sistema euro e quindi quelle auto costano il venti o trenta per cento in meno di quanto costerebbero senza euro. Contribuiamo alla ricchezza della Germania ma questa non si comporta come se fossimo parte di un’Unione altrimenti userebbe la sua politica fiscale per diminuire le esportazioni e farebbe in modo di comprare di più per diminuire gli squilibri con gli altri paesi. Ma non lo fa, non si comporta come un paese parte di un’Unione e nemmeno come un paese amico. Rifiuta eurobond o coronabond perché vorrebbero dire troppa solidarietà, concetto a cui non sono evidentemente abituati.

Per uscire dunque dal guado.

La strada giusta, affidandoci alla memoria del 2011 e tenendo presente l’egoismo dei paesi del nord, è la monetizzazione del debito, garantito al 100% dalla BCE che compra in maniera illimitata i Titoli degli stati che emettano bond legati all’emergenza del momento. Niente tassi di interesse, si monetizza la necessità e il bisogno e non si permette all’economia di fermarsi. semplicemente perché si può fare ed è stato fatto e lo stanno facendo già adesso di nuovo i cinesi e gli americani. Perché noi dovremmo arrivarci di nuovo dopo immani sofferenze? ah già, per la cattiveria e l’ottusità dei paesi del nord.

E allora non ci resta che farlo da soli, possiamo garantire qualsiasi spesa con gli strumenti della politica fiscale, se ci è precluso lo strumento monetario euro. Possiamo farlo con la garanzia del nostro risparmio privato, la ricchezza del patrimonio immobiliare, le nostre riserve auree e impedendo alla manifattura di chiudere bottega, tenendo “aperto” il paese della produzione e delle capacità.

Possiamo quindi spendere quello che c’è da spendere emettendo buoni fiscali o bot ai cittadini italiani partendo da domani e se l’Europa rimarrà a guardare ne trarremo le conseguenze. La Gran Bretagna è andata via e fa da sola, e questo le permette di cancellare i debiti del servizio sanitario come già poteva cancellare il debito statale. Fuori dall’euro non c’è la morte ma forse la resurrezione e questo non vuol dire uscire dall’Europa o dal consesso dei paesi civili, dalla ricerca sanitaria e scientifica internazionali e nemmeno dai programmi spaziali. Vuol dire semplicemente operare per i proprio bisogno, i propri territori, la propria cultura nel rispetto del mondo e di tutti gli input che vengono da oltre confine.

Perché se è importante la diversità lo è anche la tutela della specificità. E poi siamo stanchi di vivere di egoismi e di incapacità politica e di mancanza di comprensione macroeconomica.


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.