CAPITALIZZARE O LAVORARE? AZIONI O POMODORI?

Pubblicato da Claudio Pisapia il

Apple supera la capitalizzazione dei 3.000 mld di dollari. L’Italia raggiunge, nel 2021 e in termini di PIL, 2.120 mld. La Russia, nonostante il suo armamento nucleare, l’armata rossa e le riserve di gas in Siberia, arriva a stento a 1.650 miliardi. La potente Germania, con il suo apparato industriale da far paura, la Volkswagen, la Mercedes e la Bmw ancora resiste, sempre per il 2021, al sorpasso di aziende come la Apple con i suoi 4.230 miliardi mentre la Francia, con le sue velleità da grande potenza, i suoi stati satellite in Africa, i sottomarini nucleari e la capacità di produrre un caccia tutto suo come il Rafale della Dassault Rafale che, tra l’altro, ha chiuso un contratto a dicembre 2021 con gli E.A.U. da 80 aerei, una 15ina di miliardi di dollari e migliaia di posti di lavoro assicurati per oltre un decennio, arriva a 2.940 miliardi.

Ma Apple capitalizza, cioè vende i suoi iPhone, insieme agli iWatch e i…Altro e incassa molto denaro, ma soprattutto … capitalizza, come fa Elon Musk un po’ con la sua Tesla e un po’ giocando con i Bitcoin, o come fa Amazon grazie anche all’impatto della pandemia sulle consegna a domicilio.

La capitalizzazione di mercato, chiamata anche capitalizzazione azionaria o market cap, è il valore totale delle azioni di un’azienda in circolazione sul mercato, quindi qualcosa che cambia molto facilmente ed infatti già il 10 gennaio è scesa sotto i 170 dollari per azione.

L’azienda di Cupertino ha in giro per il mondo finanziario 16.406.390.000 azioni, queste a marzo 2020 valevano 53 euro l’una e di conseguenza Apple capitalizzava ‘solo’ 869 miliardi, poi è passata a 120 dollari l’una a marzo 2021 per una capitalizzazione di 1.968 miliardi. Fino agli attuali 183 dollari per azione toccati come record il 3 gennaio 2022 e una conseguente capitalizzazione di oltre 3.000 miliardi.

Immaginate se il Pil dell’Italia passasse in un solo anno e mezzo da 1.800 miliardi di euro a 3.000 superando anche la Francia. Potremmo permetterci di andare in giro per il mondo acquistando sistemi d’arma oppure costruire qualche ospedale in più con il numero giusto di medici e infermieri. Ma allora, perché non lo fa la Apple oppure Musk?

Forse perché questo tipo di finanza può rendere ricchi un po’ di persone ma non può cambiare le sorti del mondo che viaggia con mezzi e strade diverse. La capitalizzazione non è benessere reale se non per pochi, per chi gestisce quel capitale, le persone che a vario titolo ci lavorano e per chi sa comprare e, soprattutto, vendere azioni al momento giusto per trasformarle in moneta corrente.

Anche in questo gioco uno stato non è una persona e non può spezzettarsi in azionariato diffuso. Uno stato è composto da persone e non da azioni, aumentare il valore di ciò che si rappresenta in meno di due anni di oltre 2.000 miliardi vendendo la stessa quantità di beni non ha un fondamento reale. O meglio, può avere un fondamento fino a quando si potrà giocare in borsa e far finta che va tutto bene, fino a quando gli stati lo potranno permettere dal basso dei loro Pil, che a volte sembrano meno importanti delle capitalizzazioni di borsa ma che poi sono quelli che decidono veramente.

Oggi che tutto questo succeda e di questo si scriva anche sui giornali in toni trionfalistici o semplicemente di ammirata constatazione non è forse un bene ma di sicuro non è detto che sia un male. L’importante è riuscire a fare la differenza tra ciò che è reale e ciò che non lo è. E nel frattempo sperare che la Bmw oppure la Tesla, ma anche l’Ikea o il Mercatone Uno, la Coop fino ai produttori di grano, gli idraulici e i liutai non decidano tutti insieme che sarebbero meglio o più conveniente tentare la fortuna in borsa, quotarsi e convincersi che aspettare guadagni è pur sempre meglio che lavorare.


Claudio Pisapia

Studio i fenomeni sociali seguendo quelli economici. Maturità classica e Laurea in Scienze Politiche, collaboro con il Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) nell'organizzazione di eventi, conferenze e nello studio della realtà macroeconomica. Collaboro con chi mi chiede collaborazione. Ho scritto i libri "Pensieri Sparsi" e "L'Altra Faccia della Moneta".

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