I COSTI ITALIANI PER LA GUERRA IN UCRAINA

Ai costi cui stiamo già partecipando attivamente si potrebbero aggiungere quelli di un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’UE. Come si sa l’Italia, insieme a Germania e Francia, è uno dei Paesi che rimette all’Unione più di quanto riceve. E’ un contributore netto, come si dice. Questo è dovuto principalmente all’ingresso dei paesi dell’Est come Polonia, Ungheria e Romania e a cui si aggiungerà, eventualmente, l’Ucraina che già prima della guerra era uno dei paesi più poveri d’Europa e che quindi sarebbe ovviamente un nuovo percettore netto di contributi italiani via Unione Europea.

L’EUROPA INIZIA IL RIARMO PER PREPARARSI ALLA PACE, COME AL SOLITO

Quindi la prima conseguenza di rilievo negli assetti europei è un riarmo generalizzato dopo l’accettazione della teoria che al fuoco si risponde con il fuoco e alle provocazioni con altrettante provocazioni. Nessuno aveva valutato possibile semplicemente dichiarare o aiutare a dichiarare la neutralità dell’Ucraina, cioè qualcosa tipo la Svizzera per esagerare o la Finlandia e la Svezia per rimanere più sul concreto.

IL MONDO IN FIAMME

Ma anche in Ciad e in Burkina Faso la situazione è cambiata e i francesi sembrano non essere più desiderati dai loro ex stati coloniali che invece preferiscono i mercenari russi della Wagner. I nuovi dittatori vedono più di buon occhio i russi rispetto all’idea europea della costruzione nel Sahel di stati “democratici” fondati su un modello poco vicino alla loro idea di società.

SEMBRA BLU MA E’ MARRONE. CHI DECIDE IN EUROPA?

Poiché il gas a noi serve comprarlo e ai russi serve venderlo hanno costruito un gasdotto, il Nord Stream 2, che bypassa questi paesi e arriva direttamente in Germania, paese sicuro e stabile, per poter poi essere smistato in Italia, Francia e altrove. Questo gasdotto passa sotto il Mar Baltico che è un mare interno dell’Oceano Atlantico, e che tocca i seguenti paesi: Danimarca, Svezia, Finlandia, Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Germania.

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