ECONOMIA EPIDEMIA E DENARO. CHI VINCERÀ?

Avviso: post probabilmente non per tutti nr. 2
Ora è chiaro che a noi ci frega proprio la nostra mania di contare, segnare, tratteggiare, pittogrammare fin dai tempi delle tavolette assire. Certo ci frega pure il fatto che nonostante abbiamo la capacità di scrivere esattamente tutto ciò che facciamo, vogliamo fare, vorremmo fare (addirittura) non abbiamo poi però la voglia di rileggere. Del resto succede anche a me, una volta pubblicato un libro o un articolo non mi va di rileggerlo e spesso mi perdo quello che ho scritto dalla memoria.

CARLO COTTARELLI E L’ECONOMIA DELLA PAURA

Articolo pubblicato su ferraraitalia qui

Le ultime esternazioni di Carlo Cottarelli, l’uomo del debito pubblico (cioè colui che ricopre quel particolare ruolo di ricordarci che “causa debito pubblico elevato … dobbiamo fare questo o quest’altro”), riguardano nientemeno la difesa dell’operato del Governo Monti e delle riforme austere che, secondo lui, hanno impedito al rapporto debito / pil di arrivare al 145%.

Qualche tempo fa aveva detto che nel periodo del governo Monti “… ci fu una decisa stretta fiscale con la legge Fornero, la reintroduzione dell’Imu, l’aumento dell’Iva, dell’Ires e delle accise su benzina e alcolici”, aveva insomma chiarito cosa volesse dire austerità.

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RAPPORTO CENSIS 2017 – RABBIA CHE CRESCE

La ripresa c’è, come confermano tutti gli indicatori economici. Ad eccezione degli investimenti pubblici: -32,5% in termini reali nel 2016 rispetto all’ultimo anno prima della crisi. Dal 2008 la perdita di risorse pubbliche destinate a incrementare il capitale fisso cumulata anno dopo anno è di 74 miliardi di euro.

Aumenta l’export, aumentano tanti indicatori ma aumenta anche la rabbia socialeil rimpicciolimento demografico del Paese, la povertà del capitale umano immigrato, la polarizzazione dell’occupazione che penalizza l’ex ceto medio” .

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CONFLITTI DI CLASSE. L’AUSTERITÀ NON E’ PER TUTTI

Vi propongo un tuffo nella disuguaglianza alimentata da stipendi e liquidazioni di chi viene tenuto fuori (o si tiene fuori) dai vincoli dell’austerità. Lo facciamo con la constatazione che esiste una propaganda di regime che tenta (e riesce) a distogliere continuamente l’attenzione da coloro che si ingrassano e il 99% della popolazione che soffre ed è costretta anche a vergognarsi se l’austerità gli ha lasciato il diritto a una visita medica o gli consente la gravidanza a casa.

Questo perché in questo sistema i figli non sono un valore o una gioia ma un costo e un problema, e se si lascia un diritto a una categoria altri potrebbero volerlo esteso. Il ragionamento è uguale a quello dei tempi gloriosi dei principi e dei re.

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STRUMENTI NELL’ECONOMIA – TIPO CARIFE

Le banche non sono né belle né brutte, sono nate per fare i loro interessi ma hanno aiutato lo sviluppo dei commerci e hanno reso possibile tante cose. Sarebbero state possibili altre soluzioni? La mente umana ha i limiti che si impone o che le impongono i condizionamenti esterni. Adesso ne ragioniamo con quello che abbiamo visto hanno fatto, quindi siamo condizionati dall’attuale. Ragioniamo per il benessere dato in generale agli altri ma non del benessere che hanno dato a loro stessi, quelli che hanno saputo capire il potenziale della banconota, del gioco dei depositi e dei prestiti.

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L’INPS PENSIERO E LE NOSTRE PENSIONI

il pensiero di Boeri è più o meno questo: vanno bene gli incentivi dati a supporto del jobs act e hanno anche dato dei risultati ma dovrebbero essere direzionati di più verso i giovani. Infatti sono loro che devono pagare le pensioni che vengono erogate e intanto vivono anche una sorta di sperequazione nei confronti dei vecchi pensionati in quanto questi ultimi usufruiranno di condizioni migliori, pensioni più alte e di età pensionistica inferiore.

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