UN MONDO SEMPRE PIÙ VECCHIO E SEMPRE PIÙ INIQUO

John Maynard Keynes spiegava nel 1936, quando usciva la ‘Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta’, che il capitalismo aveva due grossi difetti. Il primo era quello di non essere in grado di garantire tassi di disoccupazione sufficientemente bassi, il secondo che provocava una ripartizione della ricchezza arbitraria e priva di equità. Creava cioè disuguaglianza

DEFICIT E/O DISOCCUPAZIONE

Esiste un rapporto tra il deficit di uno Stato e il livello di disoccupazione?

Magari non ne siamo sicuri o magari non vogliamo vederlo ma in ogni caso diamoci una possibilità e diamo un’occhiata. Il confronto sotto è tra Italia, UK, USA e Giappone ed è abbastanza impietoso. Il tasso di disoccupazione nel 2016 tra l’Italia e il peggiore degli altri tre, gli Stati Uniti a quota 4,87%, ci vede abbondantemente più che doppianti. Rispetto alla media OECD in nero “quasi” doppiati. Il Giappone, con il suo debito pubblico “monster” se la ride con il suo livello di disoccupazione al 3,12 che, per la cronaca, è sceso ulteriormente nel 2017 e 2018.

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LA PUZZA DELLE CONTRADDIZIONI

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Esiste una logica nelle contraddizioni? Difficile dirlo, ma oramai siamo talmente strutturati in questo sistema che difficilmente potremmo immaginare un mondo diverso per cui: si, il nostro mondo è logico nelle sue contraddizioni, qualsiasi cosa questo significhi!
Ma cosa vedrebbe un extraterrestre, un essere proveniente da altri mondi, necessariamente più evoluto di noi e non impregnato dell’odore di fritto che ci infastidisce quando si entra in una cucina dove si sta preparando il cenone di capodanno? Vedrebbe sicuramente tutte quelle cose che noi non vediamo più, che accettiamo come ineluttabili e alle quali ci conformiamo non vedendo altre scelte possibili.

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IL PROBLEMA NON E’ LA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO … MA CREARE LAVORO

Quello che sta succedendo, con l’ovvia benedizione della classe dominante e il meno ovvio assenso della classe lavoratrice, è che si tende a rendere più produttivo il lavoro pagandolo meno rispetto alla maggiore e reale produzione (o produttività) per distribuirne la differenza ai detentori dei mezzi di produzione, quindi benessere verso l’alto. Si vedano le statistiche Oxfam che mostrano disuguaglianza crescente, i ricchi che posseggono sempre di più e i poveri in costante aumento qui .

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GOMORRA O VITA REALE?

Un episodio della terza serie di “Gomorra” racconta di uno dei tanti affari della camorra. Succede che uno dei cattivi comincia a comprare aziende in crisi e meglio se con debiti (corrompono funzionari di banca per farsi fornire i dati di coloro che chiedono prestiti e sono in difficoltà), poi le rilancia sul mercato in questo modo:

  • “vende” i posti di lavoro ovvero chi vuole lavorare deve prima pagare (tipo 15.000 euro);
  • sulle buste paga dichiara un salario di 1.150 euro ma in realtà paga solo 850 euro;
  • nessuno deve lamentarsi per orari di lavoro diversi da quelli dichiarati
  • se lo stipendio arriva in ritardo nessuna lamentela è tollerata
  • un giro di camorristi, delinquenti e assassini tiene a bada eventuali dissensi o tentativi di ribellione (ammazzano una persona che aveva protestato per lo stipendio ridotto, un papà di un ragazzino con difficoltà motorie e costretto su una sedia a rotelle – nessuna pietà, nessuna dilazione, tutti uguali di fronte alla legge mafiosa)

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IL PIL CRESCE … MA NON PER TUTTI

Nel terzo trimestre 2017 il Pil cresce dello 0.5 per cento portandosi a 1,8 per cento su base annua (1,5 per cento acquisito). Il Governo esulta e i partiti che lo sostengono, con particolare riferimento al Pd e a Renzi, rivendicano la bontà delle riforme da loro volute che, dicono, stanno sostenendo la crescita della nostra economia.

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CONFLITTI DI CLASSE. L’AUSTERITÀ NON E’ PER TUTTI

Vi propongo un tuffo nella disuguaglianza alimentata da stipendi e liquidazioni di chi viene tenuto fuori (o si tiene fuori) dai vincoli dell’austerità. Lo facciamo con la constatazione che esiste una propaganda di regime che tenta (e riesce) a distogliere continuamente l’attenzione da coloro che si ingrassano e il 99% della popolazione che soffre ed è costretta anche a vergognarsi se l’austerità gli ha lasciato il diritto a una visita medica o gli consente la gravidanza a casa.

Questo perché in questo sistema i figli non sono un valore o una gioia ma un costo e un problema, e se si lascia un diritto a una categoria altri potrebbero volerlo esteso. Il ragionamento è uguale a quello dei tempi gloriosi dei principi e dei re.

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L’AUTOMAZIONE DELLA PRODUZIONE: L’OPPORTUNITÀ PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITÙ DEL LAVORO

In un’intervista di qualche mese fa Bill Gates, il fondatore della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, ragionava sul fatto che l’automazione sta portando via posti di lavoro. Questo crea un problema e la soluzione poteva essere tassare i robot e investire i soldi ricavati in formazione per i nuovi disoccupati.
Gates ammette che un’operazione di questo tipo potrebbe però rallentare la crescita delle aziende stesse, se il costo di queste tasse fosse a loro addebitato, in quanto smetterebbero di adottare robot nel ciclo produttivo. Ma proprio questo rallentamento sarebbe auspicabile, visto che ancora non siamo pronti a gestire un mondo così automatizzato.

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