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LA BCE E LE REGOLE EUROPEE
La Germania vuole solo vendere ed accumulare e i suoi costanti surplus di bilancio estero ed interno rendono impossibile lo sviluppo di un’economia equilibrata sia all’interno dell’eurozona che mondiale.
La Germania vuole solo vendere ed accumulare e i suoi costanti surplus di bilancio estero ed interno rendono impossibile lo sviluppo di un’economia equilibrata sia all’interno dell’eurozona che mondiale.
Intanto in Europa i più arditi cominciano a sperare addirittura in una revisione dello statuto della Bce per permetterle di operare a favore degli Stati in maniera automatica, comprando appunto i titoli di debito senza troppi vincoli. Di certo molti nodi sono giunti al pettine, è necessario un cambiamento in economia e molti se ne sono resi conto.
Nei Paesi dell’eurozona si sono firmati accordi che prevedono il governo dei mercati finanziari, accordi che certo conoscono bene anche gli altri paesi nel mondo. Ma da noi abbiamo anche reso indipendente la Banca Centrale Europea dopo avere declassato le nostre banche centrali nazionali, rendendo di fatto incontrollabile spread e interessi sul debito, fenomeni che solo a casa nostra, indubbiamente, sono diventati per questo un problema. (in copertina illustrazione di Carlo Tassi)
Una doverosa precisazione. Di seguito si parla del fenomeno migranti da un punto di vista economico, finanziario e per chiarire alcune dinamiche che vengono usate per costruire opinioni e giudizi. Assimilato quello che segue, il discorso può e deve ovviamente proseguire su altri piani. I dati sono tratti dal DEF Leggi tutto…
Il vice presidente della commissione UE Katainen ha attaccato l’Italia che stava festeggiando la notizia della crescita del pil (?) con queste parole “La situazione in Italia non sta migliorando … Tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la situazione”.
Parole che provengono dall’illustrazione di un’analisi presentata lunedì da Economia Reale, il centro studi guidato dall’ex viceministro Mario Baldassarri che evidenziava le seguenti criticità: senza l’effetto Draghi l’Italia sarebbe ancora in recessione (quest’anno dello 0,3%), che la disoccupazione sarebbe al 14,1% invece che all’11,4%, che il deficit pubblico del 2017 sarebbe del 6,6% invece del 2,1% e che il debito dello Stato sarebbe oggi al 157,3% e raggiungerebbe quasi il 180% nel 2020. Senza l’effetto Draghi, il governo italiano avrebbe dovuto fare manovre drastiche oppure essere commissariato da Bruxelles.
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